da Diario di Resilienza : Anna

da Diario di Resilienza : Anna

Mi chiamo Anna e impasto il pane di notte: sola nel mio laboratorio, impasto, creo e sforno.

Il periodo del lockdown l’ho trascorso , come sempre, nel silenzio della notte e tra il profumo del pane.

Di notte, nel mio laboratorio, non ho pensato alla pandemia che avvolgeva il mio paese nel silenzio, mentre le mie mani impastavano pensavo solo di fare il pane migliore, che potesse rendere una “vita rinchiusa” più lieve.

Chi fa il pane impasta non solo farina ed acqua, ma impasta l’amore e la dedizione per chi poi lo mangerà

In questi mesi nemmeno io sono stata indifferente alle richieste di aiuto, e con gli amici della Hope Running, onlus a cui da poco mi sono tesserata, non potevo restare senza fare niente per chi era fuori a combattere in prima linea, insieme alla Hope Running abbiamo distribuito la pasticceria che esce dal mio forno, in ogni ambito, dagli ospedali e sanitari in prima linea a chiunque ne avesse bisogno.

Fare il proprio lavoro, amare ciò che si fa è anche donare il proprio tempo a chi non lo ha, a coloro che sono in difficoltà.

Fare del bene fa bene, mi fa sentire una persona migliore e questo contribuisce al mio lavoro, dona un senso più alto al gesto quotidiano.

Il mio cuore si è avvicinato al cuore della Hope Running e al suo entusiasmo, di non smettere mai di correre, per donare agli altri, a qualunque persona, un sorriso e un po di gentilezza

Anna


S’io facessi il fornaio
vorrei cuocere un pane
così grande da sfamare
tutta, tutta la gente
che non ha da mangiare.

G. Rodari’

da Diario di Resilienza: Hope accanto alle Donne

In tempi di restrizione domestiche, Hope Running vorrebbe sensibilizzare l’opinione pubblica sul rischio dell’aumento di forme di abuso sulle donne

Numero anti violenza e stalking

Molte sono le iniziative sul territorio per la tutela contro questa gravissima forma di violenza.

Noi pubblichiamo un testo scritto da una donna per altre donne

Stop violenza sulle donne

A te

che quando senti aprire la porta di casa

e sai che lui sta arrivando

cominci a tremare.

A te

che hai paura di usare le parole sbagliate.

A te

che se metti un pò più di sale nella cena

sai che il piatto finirà per terra.

A te

che quando ci metti un pò più di tempo a fare la spesa

sai che quando tornerai a casa inizierà il terzo grado

e che, anche se dirai la verità non verrai creduta.

A te

che se ti squilla il cellulare ed hanno sbagliato numero

sarai accusata di avere un altro.

A te

che se hai finito i soldi e glieli chiedi

sai che ti verrà risposto “Vai a battere”.

A te

che dopo aver cucinato e ti siedi a mangiare

vedi volare il tuo piatto dalla finestra

e ti senti dire ” Non lavori e vorresti anche mangiare?”.

A te

che quando vai a letto

speri che lui si addormenti prima di te.

A te

che hai bisogno di una parola dolce

e invece ti senti dire “Puttana!!”.

A te

che hai voglia di stringere una mano

ma sai bene che quella mano sarà un pugno o uno schiaffo.

A te

che oltre ad essere sua prigioniera

sei anche

prigioniera di te stessa , della tua inesistente autostima dico:

” Nessuno Ti aiuterà, puoi farlo solo Tu,

AmandoTi, StimandoTi Tu per prima”.

Lui cercherà di renderti una nullità

e ci riuscirà fino a quando capirai che non hai bisogno di lui.

Hai soltanto bisogno di guardare il cielo azzurro

aprire le ali e spiccare il volo verso la Libertà.

Claudia

Volare come una farfalla libera. No violenza sulle donne

da Diario di Resilienza: Manuela

Riflessioni di Resilienza

In quarantena, in accordo con l’azienda per cui lavoro, decidiamo che per il mio benessere dal 10 marzo per me è meglio restare a casa. Siamo tutti a casa in famiglia! Io, il mio compagno, e i nostri figli. A volte siamo in 6, quasi sempre in 7 e al completo in 8. Il nostro spazioso cortile, gli spazi per ciascuno e la compagnia che si fanno tra loro e i 4 zampe sono una benedizione per noi . Questa quarantena che ha fermato tutta l’Italia ha fermato pure le nostre corse.

Ci siamo presi una “pausa forzata” dalla frenesia quotidiana. Persino il mio cane Alma non scappa più per le vie di Castelrosso!

Bisogna fare la spesa! Ma non si può uscire

Uno solo tra noi può uscire per fare la spesa ma ho paura, preferisco restare a casa! Provo a fare la spesa online nei supermercati ma numerosi sono i tentativi falliti: tutti i portali sono sopraccarichi. Immagino tantissime famiglie nella mia stessa situazione

Mio papà vive da solo a Chivasso! Vorrei poterle abbracciare e stargli vicino. Io non posso andare, lui non può venire. L’ansia cresce. Noi siamo in tanti, chissà se qualcuno di noi è stato in contatto con un “positivo asintomatico”. Non posso rischiare di ammalarmi, sono una mamma, e il mio medico che sa tutto di me mi ha richiesto la reclusione totale. Si resta tutti a casa!

Altri pensieri affollano la mia mente

I miei amici con attività commerciali nel chivassese inizieranno a soffrire questo disastroso guaio economico. Bisogna fare qualcosa anche per loro! Siamo tutti in difficoltà! Abbiamo tutti alcune esigenze vitali in comune!
Pubblico un post su “Cittadini di Chivasso” e parlo di spesa a domicilio: nessuno dovrebbe uscire! Troppo alto il rischio di contagio

La tecnologia e i social network vengono in mio aiuto. Creo subito un gruppo su Facebook. Bisogna unire le forze e devo cercare negozianti che portino la spesa a casa al mio papà e a tutti noi. Il gruppo si chiama #ioRestoaCasaChivasso. In pochissimi giorni siamo già ad 800 membri iscritti e molti negozianti ci danno la disponibilità. Si iscrivono e inseriscono un loro album affinché noi consumatori, velocemente e con semplicità riusciamo a fare l’ordine diretto e a riceverli a casa nostra.

Riesco a fare la spesa, e come me anche tante altre persone! Non serve uscire per andare al supermercato, giusto qualcosina per soddisfare le golosità della prole, faccio ordine online e vado a ritirare.
Ce l’ho fatta! Sto aiutando i negozianti e i cittadini come loro aiutano me, un meraviglioso circolo come la più potente banca al mondo, la “Banca dei Favori” che descrive Paolo Choelo nel “Lo Zahire

Che cos’è la Banca dei Favori?”

“Lo sai sicuramente. Ogni essere umano la conosce”

“E’ possibile. Tuttavia non riesco ancora a capire di che tu stia parlando”

“Era citata in un libro di uno scrittore americano. E’ la banca più potente del mondo. E opera in tutti i campi”.

“Io vengo da un paese senza tradizioni letterarie. Non potrei fare favori a nessuno”.

“Questo non ha importanza. Posso farti un esempio: io so che tu sei un personaggio destinato ad affermarsi, ad avere molta influenza, un giorno. Lo so perché, un tempo, ero come te: ambizioso, indipendente, onesto. Oggi non ho più l’energia di allora, ma intendo aiutarti perché non posso o non voglio sentirmi inerte: il mio sogno non è la pensione, bensì la lotta intrigante rappresentata dalla vita, dal potere, dalla gloria. Così comincio a fare versamenti sul tuo conto – depositi che non sono in denaro, ma in contatti. Ti presento a questa e a quella persona, facilito determinate trattative, purchè siano lecite. Tu sai che mi devi qualcosa, anche se io non chiedo mai niente”.

“E un giorno…”

“Proprio così. Un giorno, ti chiedo qualcosa: tu potrai rifiutarmelo, ma saprai di essermi debitore. Se farai ciò che domando, io continuerò ad aiutarti. Gli altri sapranno che sei una persona leale, effettueranno versamenti sul tuo conto – saranno sempre dei contatti, perchè questo ambiente vive di essi, soltanto di essi. Un giorno, chiederanno anche a te qualcosa, tu ascolterai e ricambierai chi ti ha aiutato. Con il passare del tempo, la tua rete si estenderà nel mondo, conoscerai quelli che avrai bisogno di conoscere, e la tua influenza aumenterà sempre di più.”

“Oppure potrò non fare ciò che mi chiedi…”

“Certo. La Banca dei Favori è un investimento a rischio, come qualsiasi altro. Potrai rifiutarti di farmi il favore che ti chiedo, pensando che ti ho aiutato perché lo meritavi, perché tu sei il migliore, e tutti abbiamo il dovere di riconoscere il tuo talento. Bene, allora io ti ringrazierò e chiederò a qualcun altro, sul conto del quale ho effettuato dei depositi. Ma, da quel momento, senza che ci sia bisogno di dire niente, tutti sapranno che non meriti alcuna fiducia. Potrai crescere ancora, sì, ma non fino al punto che vorresti. A un certo momento, la tua vita comincerà a declinare: sarai arrivato a metà, non alla fine, sarai mezzo contento e mezzo triste – non sarai né un uomo frustrato né un uomo realizzato. Non sarai né freddo né caldo: sarai tiepido, e, come dice un evangelista in uno dei libro sacri, le cose tiepide non colpiscono il palato.”

da “Lo Zahire” di Paolo Choelo

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da Diario di resilienza : Laura

La pandemia ha sottratto all’essere umano il perverso potere della comunicazione attraverso l’immagine.

Mi chiamo Laura, ed in questo periodo di pandemia, mi sono ritrovata a fare delle considerazioni che mi piace condividere con il lettore.

Avvocato Laura Avella

Un’abitudine maniacale si è concretizzata negli ultimi anni, e lo specchio non riflette l’animo, ma solo l’immagine, è passato in secondo piano per fare spazio ai selfie.

L’idea che si percepisce attraverso i social è che non vi è un dialogo che possa sopperire l’immagine.

Quando le immagini vengono raccolte durante la giornata e con facce felici esposte in bella posa …. nulla viene più raccontato, tutto viene immediatamente inviato, senza neppure il tempo di godere quanto si inoltra. Non si può più dire “cogli l’attimo” come un riempirsi di emozioni, ma “cogli e passa al prossimo tuo” tanto perché possa ovviamente invidiare all’istante per quell’istante.

Che cosa si può dire quando si espone in bella mostra ciò che appare gratificante, quando l’essere umano si immortala, non lasciando spazio ad alcuna immaginazione, se non per far rilevare agli occhi altrui l’ultimo ritocco o un artificio tecnico?

Ma l’alterazione della propria immagine non interessa affatto all’autore, perché lo scopo ultimo è tramandare un’identità costruita ad arte perché, possa suscitare interesse, ammirazione e piacere.

La vanità diceva Blaise Pascal <<è così radicata nel cuore dell’uomo, che ciascuno di noi vuole essere ammirato>>

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da Diario di Resilienza : Enza

Vorrei raccontare la mia esperienza di vita (negli ultimi 7 anni) modello Corona virus.

Mi sono ammalata di sclerosi multipla 25 anni fa
Ho iniziato pur con terapie pesanti a condurre una vita quasi “normale”, poi come spesso accade per questa malattia, le cose sono progressivamente peggiorate.

Ho dovuto abbandonare le mie camminate stare sempre più in casa, programmare nei minimi particolari ogni uscita!

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