Chiara Varuzza Una ragazza ”Oltre”

Chiara è giovanissima ed fa parte della ASD Hope Running che ha partecipato anche a distanza al mio recente evento/kermesse culturale come una delle associazioni presenti alla mia mostra.

Chiara Varuzza ha un viso tondo , ha uno sguardo felice, soddisfatto, Chiara è in carrozzina ma corre come un’atleta grazie a coloro che la assistono in questa sua corsa.

Chiara è orgogliosa di ciò che è riuscita a essere oggi grazie proprio a chi l’ha resa felice, perché l’ha resa partecipe, perché l’ha resa ”inclusa sportivamente” in un mondo che ” esclude i perdenti”, in un mondo dove chi corre più forte vince contro tutti e vince una coppa per dimostrare a tutti di essere il migliore.

Quante volte avrei voluto vedere lo stesso sguardo in ogni giovane, ragazzo che pensa che essere su una carrozzina gli toglie il futuro e la speranza di gioire.

Chiara con una piccola domanda mi ha aperto un mondo di riflessioni, la prima mostrarsi se stessa, fiera di ciò che è nonostante un limite, si è mostrata non vittima della patologia o di una carrozzina ma Persona che vive con il sorriso la sua condizione perché è soddisfatta e amata ma sopratutto ama se stessa e i traguardi che raggiunge proprio con i suoi limiti fisici.

Il mondo non vuole vedere la ”felicità”, il mondo degli ”esclusi” e non ”inclusi” non vuole vedere sorrisi, perché la verità è che ognuno vuole nascondersi dietro al proprio dolore e farne un motivo di vanto, di soddisfazione, perché tutto e tutti non vogliono una persona su una carrozzina ”felice” la vogliono vinta, depressa e stanca!

Il vero coraggio è gridare davanti a tutti ”io sono in carrozzina ma raggiungo un traguardo come ogni atleta para-olimpico” solo che a loro è data la gloria e la fama ma alle persone che vivono la ”normalità” nella loro condizione, non viene dato niente se non essere scartati da chi è come loro e vive lo stesso disagio!

Chiunque vive una condizione non di libertà , potrebbe essere infelice, ma questo non appartiene solo al mondo delle persone con disabilità, appartiene a ogni umanità che abita questa terra.

La felicità è correre essendo se stessi, avendo il coraggio e la voglia di sorridere per ogni piccolo traguardo che si supera! la felicità è ammettere i propri limiti e accettarli ma andare avanti con coraggio a credere nelle proprie possibilità, nelle proprie abilità residue che ci permettono di essere noi stessi e vivere la nostra banale, intensa, emozionante vita!

La vera felicità, il vero coraggio è mostrare il sorriso e un viso e dei momenti che parlano di se stessi e delle proprie vittorie. L’inclusione attiva passa dal cuore, non dallo ”scarto”, non dalla commiserazione, passa dalla voglia di riscatto e rivincita che solo chi ha il coraggio di essere se stessi, fino in fondo, Sorride di felicità!

La vera felicità esiste solo se si è conosciuto il vero, dilaniante dolore, la felicità esiste se prendiamo il nostro dolore e lo facciamo vivere, esultare e accendere di gioia con le nostre perdite accanto, con i nostri difetti, con i nostri limiti.

Il sorriso di Chiara Varuzza dovrebbe essere su ogni tabloid nazionale e internazionale, dovrebbe avere gli stessi spazi che danno a personaggi di calibro internazionale, perché Chiara Varuzza ha lo stesso fuoco di un atleta para-olimpico e prende le stesse medaglie e raggiunge gli stessi obiettivi, con il sorriso e con il cuore di chi corre accanto a lei e la sostiene.

Maddalena Cenvinzo