da Diario di Resilienza : Claudia

Mi chiamo Claudia, ho quasi 57 anni e vivo a Chivasso con i miei due figli di 23 e 21 anni.
Nessuno di noi è stato colpito da questo nemico invisibile e già soltanto questo è motivo di serenità. Premetto che ciò che scrivo non mi fa dimenticare coloro che stanno soffrendo e lottando per la Vita o chi subisce le conseguenze di questa quarantena in qualsiasi forma. Esco da casa unicamente per andare a lavorare e quei 3 km che percorro sono una boccata d’ossigeno ma lo erano anche prima.
Sono una fotografa amatoriale e ho l’abitudine di osservare e apprezzare ciò che mi circonda e abitando in un paesone di provincia quando ho la possibilità mi sposto con il mio scooter nella campagna nelle vicinanze.
Ora non posso farlo ma dal mio balcone vedo il Monte Rosa che arrossisce all’alba, dopo 10 anni che abito in questa casa riesco a sentire i rintocchi delle campane della Chiesa qui vicino, nell’aria si sente il profumo della Primavera, sul corso qui davanti poche macchine che passano, al mattino i galli che cantano negli orti dietro casa, pochissimo rumore.
Per stare bene mentalmente penso a tutto ciò, a quelle cose semplici che ho sempre apprezzato e che oggi probabilmente abbiamo riscoperto in tanti avendo il tempo per farlo.
Non guardo il telegiornale da anni ma sono sempre informata ed in questo periodo mi rifiuto di cadere nella tristezza di 100 notizie avvilenti una dietro l’altra.
Guardo film e serie tv, sto al pc, chiacchiero coi miei figli, con i miei amici al telefono, sbrigo le faccende domestiche, mi spalmo sul divano e mi rilasso.
D’altronde sono a casa mia, nella mia tana.
A volte, la sera tardi , scendo nel giardino condominiale e mi siedo sulla panchina a guardare le stelle e a respirare aria pulita. Sono le cose semplici che mi stanno aiutando a superare il periodo. Quando vedo le strade vuote non mi viene tristezza, penso che sono così per una giusta causa, per tutti noi.Tutti abbiamo voglia di tornare alla normalità. Ci hanno chiesto di restare a casa e lo faccio. Per chi vuole tornare a correre a piedi o in bici, per rivedere e abbracciare gli amici, per fare colazione nel mio bar preferito, per le donne con la ricrescita, per chi in questi giorni lavora perchè la sua presenza è necessaria. Perchè siamo una comunità. Perchè appena ci daranno il largo salirò sullo scooter, andrò verso la campagna e ricomincerò a fotografare, con gli occhiali appannati dal mio respiro dentro la mascherina.

Continua a leggere

I runners che donano il cuore e la speranza ”Hope! Hope! Urrà!

Molto spesso ogni runner racconta la fatica, l’allenamento e la gioia di tagliare il traguardo, che sia un runner professionista o amatoriale, conosce fatica e sacrificio.

C’è anche un altro tipo di runner, che sacrifica le sue gambe, la sua fatica, non per tagliare un traguardo per se stesso, corre, si affatica spingendo handbike modificate con maniglioni, per poter far correre insieme a loro persone con disabilità.

Al traguardo si arriva tutti insieme persone con disabilità e persone normodotate.

Sono due esperienze diverse, due percorsi diversi, perché correre per un’altra persona, sostenendo il peso, la difficoltà lungo un tragitto anche di dieci chilometri, richiede preparazione, sacrificio e cambiamento.

Questa formula di sport integrato con handbike e volontari spingitori, avvicina le persone normali a conoscere le Persone con disabilità in maniera diversa, fuori da ogni stereotipo.

Il runner che spinge e la persona con disabilità cambiano le prospettive entrambi.

Correre insieme favorisce l’inclusione vera e crea legami solidali tra le persone e runner stessi.

Si cambia dentro, il runner inizia a guardare un traguardo e alla vita in maniera positiva, si sente parte di un tutto che funziona, perché fa bene al cuore, al fisico ma sopratutto dona un senso etico e morale più alto, perché non si corre per se stessi ma per l’altro che è seduto nella handbike.

Al traguardo, dopo tanta fatica tutti sono felici, perché ognuno dalla corsa ha imparato che non è facile correre per l’altro diverso ma il runner si sente soddisfatto, perché ha fatto qualcosa per far sorridere e regalare una gioia, a chi senza il suo aiuto e le sue gambe, mai avrebbe potuto averla.

Questa forma di sport integrato è un mutuo scambio di doni, perché le persone normodotate si approcciano in maniera diversa alla condizione di disabilità, rispettandola, l’obiettivo non è arrivare primi al traguardo, ma fare il meglio possibile per arrivare insieme.

Il dono è reciproco ed è un dono d’amore e d’amicizia che lega e crea nuove forme di aggregazione e socializzazione e inclusione anche nei momenti ludici.

Correre insieme diventa una festa, una festa per tutti, grandi, bambini, anziani e anche amici pelosi, tutti insieme verso un traguardo, solo per la gioia di partecipare a una festa in cui lo sport diventa un dono, che molto spesso si traduce in fondi raccolti per beneficenza, per bambini, per reparti di oncologia, per ospedali e tante altre cause benefiche, che legano e uniscono il popolo dei runners. Ogni corsa diventa non solo competizione ma sopratutto fare solidarietà divertendosi con tutta la famiglia.

La Hope Running ha fatto di questo la sua forza, ha preso il cuore delle persone e lo ha messo a servizio di chi non potrebbe più gioire nel correre all’aria aperta.

Mentre si corre, i volontari che spingono si alternano, per darsi il cambio, a volte le gambe cedono, ma poi li vedi esortare gli altri volontari dicendo” Dobbiamo farcela per loro’!’.

Quindi assistere dal vivo a tutto questo è un’emozione grande, fattivamente e solo per scopo ludico ci sono persone che corrono per chi non può più.

Il dono non è solo un assegno o il cinque per mille donato alle associazioni, il dono è quello che ogni partecipante, con disabilità o normodotato, durante la corsa si sente arricchito dentro.

Correre con la Hope Running è un’esperienza di dono reciproco che rende migliore la vita, rende più leggeri i problemi, e si impara che il dono più bello è il sorriso al traguardo delle persone con disabilità. Quel sorriso vale più di ogni coppa e medaglia.

Attraverso lo sport integrato e i valori che trasmette, ogni runner volontario diventa portatore sano di Gioia!

Maddalena Cenvinzo #teamHope

Il #teamHope sarà presente a Brandizzo (To) con i suoi work-out gratuiti e handbike-testing

#HopeRunning si colora di arancione!

Domenica 20 ottobre il nostro team sarà a Brandizzo (To) per la 22ma edizione della Sagra della Zucca.

Per tutta la giornata saremo a vostra disposizione per ascoltare le vostre testimonianze, per rispondere a tutte le vostre domande sulla nostra favolosa onlus. Inoltre, sarà possibile effettuare un work-out gratuito di handbike- testing. Tutti, nessuno escluso, potranno provare l’emozione di pedalare con le mani!

Passate a salutarci! Ci trovate in via Torino nei pressi del distributore di benzina.  Aggiungiamo sempre nuovi passi verso un unico traguardo ”Insieme” verso l’inclusione!

Maddalena Cenvinzo
#teamHope

cropped-hope-running-onlus-

Hope Running lascia il segno ai 250 anni della Mandria

Entusiasmo e consapevolezza.
Sono queste le parole per descrivere l’evento “Handbike – testing”, organizzato sabato scorso in occasione dei 250 anni della Mandria.

Durante i festeggiamenti, i ragazzi dell’asd Hope Running hanno messo a disposizione un handbike per tutti quelli che desideravano provarla.
Lo scetticismo iniziale è durato poco e ha lasciato spazio alla curiosità e all’entusiasmo. Adulti e bambini, uomini e donne, con o senza disabilità poco importa. Tutti hanno chiesto di effettuare, anche più di una volta, un giro di perlustrazione della Mandria pedalando con le mani. Non solo hanno potuto comprendere che può essere utilizzata anche da persone normodotate, ma la maggior parte di loro ha confermato la facilità di manovra rispetto a come potevano immaginare.
Ancora una volta, questa esperienza ci ha confermato come il confine della discriminazione possa essere superato e si possa ottenere una forma di inclusione sempre più spontanea, ma abbiamo visto anche come la disabilità non sia più vista con pietà o indifferenza.

Sabato scorso, alla Mandria, tutti i partecipanti volevano, ed erano curiosi, di provare le stesse emozioni di chi ha bisogno di ausili. Un modo, per loro, per superare gli schemi mentali della “non conoscenza” ed entrare in empatia con chi vive ogni giorno dei disagi.
Non solo. Il testing ci ha permesso di amplificare le voci dei diretti interessati per trarne preziosi insegnamenti e suggerimenti, per fare informazione e diffondere la conoscenza della handbike. Anche in questo caso, la Hope Running ha raggiunto la sua gratificazione, ottenendo a fine giornata, un feedback più che positivo!
Nella foto Maurizio: anche per lui è stata la prima volta su una handbike. Con entusiasmo, volontà, ma soprattutto con il sorriso ha percorso due chilometri in totale autonomia.

Correre #Insieme dona un futuro possibile

Parlare e scrivere di una condizione come quella della disabilità non è qualcosa di semplice. Sono coinvolte troppe emozioni, c’è una sensibilità che non si vuole ferire ma accarezzare con le parole.

dis

Descrivere una condizione di disabilità porta con se empatia ma sopratutto conoscenza, rispetto della condizione altrui perchè è anche la mia.

Le condizioni di Disabilità sono ampie e ognuna porta con se un carico di dolore.
Eppure in questo tempo ho visto quel dolore trasformarsi, diventare consapevolezza dei propri limiti e avere il coraggio di affrontarli, avere il coraggio di dire ”Basta! Ho i miei limiti ma io posso andare oltre”.

chiara

La Hope Running è la ”Speranza che corre” non solo per unire le differenze, per attraversare traguardi, la Hope Running riesce a fare molto di più.
Riesce a coinvolgere famiglie intere che si tengono per mano e si supportano durante una gara, riesce a rendere una giornata sportiva , la festa dello stare INSIEME.

insieme

La speranza che corre, corre con il sorriso, con giovani, bambini, anziani, persone con disabilità che si uniscono per festeggiare che la vita è bella anche se non si vince una coppa.

bambi

Quanta strada ha fatto la Hope e quanto è grande il cuore di Hope. In un mondo in cui tutti sono contro tutti, in un momento storico in cui la visibilità e l’ego la fa da padrone, ecco che la Hope Running va controtendenza, porta speranza e cambiamento interiore, diffondendo i valori insiti nello sport ma sopratutto vivendoli insieme a tutti e facendo sentire il singolo come il Tutto della Hope Running.

cop

La Hope in quest’anno ha costruito sogni per dare possibilità a chi non aveva consapevolezza delle sue potenzialità. Il #TeamHope è rimasto accanto a queste persone con disabilità ed esse hanno  modificato la percezione del futuro, rendendo il futuro un luogo possibile dove realizzare i propri obiettivi di vita e non solo di sport.

cop1

Correre per una persona con disabilità all’inizio non sai cosa ti aspetti, ma resti e continui a correre,  perchè attraverso la conoscenza delle persone con disabilità, ti accorgi che i loro sorrisi, le loro parole, ti cambiano dentro, allora al prossimo traguardo, si scopre che, anche se non hai vinto una medaglia e non sei arrivato al primo posto, hai una gioia dentro che ti scuote l’anima, perchè la gioia è : scoprirsi diverso.
La Hope Running è la speranza che corre, il sorriso che cambia, è il cuore che batte per tutti nessuno escluso!

Maddalena Cenvinzo
#TeamHope

cop