Questa sera vi voglio raccontare la storia di una madre siciliana che chiameremo Maria (nome di fantasia), la cui figlia ha ricevuto una diagnosi di Sclerosi Multipla.
Maria è una nonna con una famiglia che ama profondamente, ma il suo cuore è diviso tra la sua terra natia, la meravigliosa Sicilia, e la distanza che la separa dalla figlia malata, che vive lontano. Questo articolo esplora non solo il dolore di chi vive direttamente con la Sclerosi Multipla, ma anche quello di chi sta loro accanto, offrendo supporto, amore e comprensione.
Spesso si pensa che solo chi ha una diagnosi soffra, ma con il tempo e la mia esperienza di madre, figlia e moglie di persone con Sclerosi Multipla, ho imparato ad avere grande rispetto per chi ci sta vicino. Sebbene non vivano la malattia in prima persona, il loro dolore e le loro paure sono altrettanto reali. Chi ci ama condivide le stesse preoccupazioni quotidiane riguardo al nostro futuro, alla nostra autonomia e al nostro bisogno di “normalità”.
L’amore di una madre, come quello di Maria, è incondizionato. Vedere un figlio convivere con una malattia cronica è un dolore immenso, ma non fa distinzioni tra i figli: ama chi è più fragile e cerca di non trascurare nessuno, nonostante la situazione complicata. Maria vive come una pendolare tra la Sicilia e il Piemonte, cercando di far sentire la sua vicinanza attraverso un telefono e con viaggi continui.
La famiglia è un bene essenziale perché offre la certezza di essere amati, qualunque sia il nostro destino. Maria sa che sua figlia non è sola, anche quando lei è in Sicilia, grazie al supporto di fratelli, sorelle e cognate che si stringono accanto a lei.
Quando Maria ha raccontato la sua storia, ho rivissuto il dolore e lo sforzo dei miei genitori nel comprendere ciò che solo chi lo vive in prima persona può capire. Vivono la diagnosi attraverso di noi; se noi siamo giù, un cuore di madre piange, non perché la figlia è “speciale” per la Sclerosi Multipla, ma perché Maria sa di non poter dare la sua salute in cambio di quella della figlia.
Ogni giorno Maria cerca una ragione per andare avanti, per rispondere alle esigenze della sua famiglia, ma soprattutto per far sentire la figlia “normale”. Vuole che il suo amore copra ogni differenza, colmi ogni affanno e travaglio della figlia.
Maria vive su un’altalena emotiva, ma mette da parte il suo dolore per donare amore e supporto, affinché la figlia non si senta diversa o esclusa, nonostante la lontananza. Gioisce per ogni vittoria della figlia, per ogni suo sorriso, e vive solo per vedere quel sorriso splendere ancora.
L’amore di un genitore non conosce la Sclerosi Multipla. L’amore non ha limiti, non fa differenze; ha solo un cuore che batte per la gioia di avere una figlia, con o senza Sclerosi Multipla, che resta sempre una figlia.
Autore: Maddalena Cenvinzo
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