Dicono di noi : Chivasso, 25 Maggio 2019

Partecipa alla tappa di Chivasso del Giro d’Italia con la handbike

Tutto questo accadrà anche grazie alla Hope Running Onlus .

Chivasso, 25 Maggio 2019

Mauro Ruberto classe del 1964 parteciperà alla quarta tappa del Giro d’Italia in handbike il prossimo 16 giugno 2019 a Chivasso, tutto questo accadrà anche grazie alla Hope Running Onlus di Chivasso.

Il Presidente Giovanni Mirabella dichiara ”Noi della Hope Running siamo lieti di contribuire per realizzare il sogno e la imminente sfida di Mauro Ruberto. Quando mi ha espresso il desiderio di poter partecipare attivamente alla tappa di Chivasso del giro d’Italia in handbike, noi della Hope Running siamo stati entusiasti e ci siamo subito messi al lavoro per poterlo inserire tra i partecipanti.

Abbiamo provveduto per l’acquisto della handbike da corsa prima e il tesseramento grazie all’ASD SportABILI che ha adottato il nostro atleta. In attesa dell’idoneità sportiva facciamo il tifo per Mauro che si sta allenando per raggiungere il suo sogno, perchè noi della Hope includiamo anche i sogni oltre alle persone con disabilità, perchè sostenere è anche fare uno sforzo economico in nome di un sogno e mettere da la nostra visibilità. la Hope Running Onlus mette al centro le Persone e le persone sono fatte di sogni e di sfide Oltre il limite”.

Mauro Ruberto

Mauro Ruberto è un atleta completo nonostante le sue gambe e i suoi limiti, dopo la diagnosi di una patologia autoimmune che lo ha colpito al midollo, ha cambiato la sua vita e ha trovato un’altra nuova vita ad attenderlo e ad accoglierlo : lo sport, le lotte contro le barriere architettoniche e il volontariato.
Mauro non si arrende davanti a una diagnosi, non si arrende quando è costretto a usare invece delle gambe due ruote di una carrozzina, continua a coltivare le sue passioni, lo sport principalmente, solo che adatta la sua passione al suo corpo e ai suoi limiti fisici.
Mauro è incluso nella vita sociale, politica e sportiva del luogo dove vive a Chivasso. Si muove in piena autonomia, usa una carrozzina con il motore elettrico che gli consente di fare tutte le cose che ogni persona fa ogni giorno: fa la spesa, va ad allenarsi, partecipa alle gare, incontra gli amici, incontra e sostiene altre persone con disabilità con il volontariato, si occupa delle barriere architettoniche e si impegna a farle eliminare; ha una vita attiva, come quella di ogni persona che non vive una condizione di disabilità.

L’amore per la vita

Il vero motore che lo spinge non è quello elettrico della sua carrozzina, quello sono le sue nuove gambe, ciò che lo spinge è un motore che si chiama amore per la vita, amore per chi è nella sua stessa condizione che conosce e riconosce nell’altro. Mauro non è ma diventato vittima della patologia stessa o vittima della sua condizione, è andato Oltre. Egli usa la sua esperienza emozionale, di vita, la sua storia come una spinta per aiutare l’altro. Mauro Ruberto invece di concentrarsi si ciò che ha perso, in termini fisici, affettivi e relazionali, pensa a cosa gli resta nella sua vita e ai nuovi traguardi possibili da raggiungere ancora e ancora.

La passione per le sfide

Il motore che lo spinge è il cuore da atleta e la passione per le sfide ma sopratutto la condivisione di questi traguardi con tutte le persone che lo circondano, lo amano e che lui sostiene, senza risparmio.
Per partecipare a questa tappa del Giro di Italia lui si allena con tenacia, non pensa a vincere una coppa, ma ad arrivare al traguardo nel miglior modo possibile per dire a tutti

”Guardate se ci arrivo io, può farlo ognuno di voi”.

Mauro Ruberto


Mauro non è emozionato per la sfida che lo attende, non è stanco di allenarsi, non si lamenta di niente, spera solo di tagliare il traguardo non per se ma per tutti coloro che in lui confidano, per tutti coloro che lui ama ma sopratutto per tutti coloro che hanno bisogno di una spinta, di una motivazione per andare avanti, sempre Oltre il prossimo traguardo.

FONTE : Primachivasso

Accade, che mi innamoro della Hope Running!

Oggi raccogliamo la testimonianza di Cinzia, una volontaria della Hope Running

Oggi raccogliamo la testimonianza di Cinzia, una volontaria della Hope Running

Cinzia è minuta, con un bel sorriso che splende e ha un cuore da artista. Come ogni artista, guarda con occhi nuovi ogni cosa.

Cinzia entra a far parte dei volontari della Hope Running Onlus per amicizia, non capisce bene cosa sia la Hope e perché esiste. Il giorno in cui ci fu l’incontro con tutta la Hope e i ragazzi per cui i volontari spingono e corrono, Cinzia si innamorò della Hope Running, perché conosceva già la disabilità. La conosceva in maniera obliqua, come capita in ogni famiglia che ha un proprio congiunto con disabilità.

Oggi raccogliamo la testimonianza di Cinzia, una volontaria della Hope Running

Cinzia entra in Hope e con empatia riesce a far sorridere tutti con il suo fare gentile e sempre sorridente,

Oggi Cinzia è diventata molto amica dei ragazzi della Hope Running, perché per lei sono uguali agli altri suoi amici, solo che sono seduti, ma non importa. Lei li guarda dentro e loro guardano dentro di lei.

Oggi raccogliamo la testimonianza di Cinzia, una volontaria della Hope Running

Cinzia crea legami tra lei e i ragazzi della Hope Running
Impara a conoscerli, sorride con loro , si confronta e con il tempo cambia anche il suo modo di rapportarsi alle persone con disabilità.

Le sue ottiche vengono estese e condivise con chi incontra.

Oggi raccogliamo la testimonianza di Cinzia, una volontaria della Hope Running

” Mi sono innamorata della Hope Running quando ho guardato i ragazzi negli occhi e ho amato subito l’entusiasmo e la voglia di vivere nonostante ogni difficoltà avessero. Mi sono innamorata come se fosse un colpo di fulmine, il fulmine era la luce nei loro occhi che mi ha abbagliato e scaldato il cuore ”

Oggi raccogliamo la testimonianza di Cinzia, una volontaria della Hope Running

With love Cinzia

La Lilt di Torino e Hope Running insieme nella lotta al Covid-19

Nei mesi di quarantena le due associazioni hanno donato centinaia di dispositivi di protezione individuale ai reparti covid

Il presidente Mirabella Giovanni insieme al dottor Castenetto e alla dottoressa Pagnozzi mentre consegna i casci Cpap per l'emergenza covi19 ospedale di Chivasso

Si dice che le cose belle non si dicono ma si fanno. E loro ne hanno fatte proprio tante, in questi due mesi di quarantena. Hanno iniziato dando vita a raccolte fondi a sostegno dell’ospedale, hanno acquistato dispositivi di sicurezza individuale, poi hanno dato anche una mano alle case di riposo della città e dei comuni limitrofi. Lo hanno fatto con spirito di condivisione e di aiuto reciproco, perché “insieme si vince sempre” e perché “servono fatti, non parole”.

fonte www.torinooggi.it

La “Hope” corre attraverso le gambe di un bambino

Testimonianza di Patrizia, atleta “SCOPA” del TdC – Trail delle Colline

Il 6 ottobre 2019 ha visto l’esordio della prima edizione del Trail delle Colline Chivassesi organizzato dalla Hope Running e dai Volontari VVF di Chivasso: tre tracciati di diversa difficoltà per far conoscere le peculiarità storico/naturalistiche del sentiero intitolato al socio CAI Pierangelo Berruti, alpinista ed escursionista. Il percorso, molto utilizzato in passato per evitare la strada provinciale, ha anche un valore storico in quanto custodiva la trincea militare dell’Assedio di Chivasso del 1705, e collega la città alla collina attraverso i boschi lungo un sentiero adeguatamente segnalato.

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A chi ci ha messo il cuore…

Sono troppe le emozioni che proviamo per dire semplicemente grazie. Tantissime sono le persone che si sono spese e affaticate insieme a noi in questi mesi. In tantissimi avete condiviso questo evento, nuovo per il territorio di Chivasso e quello di Castagneto Po.

Il Trail delle Colline non è solo un evento sportivo. E’ una grande sfida. Una sfida per gli atleti che amano emozioni forti, per quelli che amano arrivare al traguardo con un sorriso

E’ una sfida per tutte le persone che dietro ad un sorriso nascondono la loro fatica, le notti insonni, di quelle passate a chiedersi se ce la si farà. Alla fine però ce la si fa sempre. E così ecco che da quel sorriso esce fuori la soddisfazione di essere riusciti ad inaugurare un evento unico nel suo genere, un evento creato per essere bello. Bello perché accessibile a tutti.

Ma questo Trail non è solo una sfida tecnica. E’ una sfida che nasce per raccogliere fondi e donare.

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