I veri protagonisti del Trail delle Colline

Gli atleti che partecipano alla gara da Chivasso a Castagneto Po ritornano da un’anno all’altro per le bellezze del percorso

Manca poco più di un mese al 3° Trail delle Colline e cresce l’attesa.

Tra i grandi protagonisti della seconda edizione, andata in scena domenica 11 ottobre 2020, va annoverato senza dubbio Franco Chiesa, atleta classe 1985 classificatosi al quarto posto nel Trail Lungo di 28 chilometri con il tempo finale di 2h24’27”. Un ottimo risultato al debutto assoluto nel trail organizzato dall’APS Hope Running ASD e dall’associazione Amici dei Vigili del Fuoco Volontari di Chivasso nel cuore verde delle colline chivassesi e dei sentieri naturalistici di Castagneto Po.

Questa l’analisi del fisioterapista e performance coach di GenHealth Chivasso (uno degli sponsor della gara, ndr), che lavorando in città sentiva particolarmente il TdC: “Alla vigilia speravo in un piazzamento nella Top Five e ho raggiunto l’obiettivo. Mi sono presentato sotto lo striscione del via senza conoscere il percorso e devo dire che è stato molto ben tracciato dai volontari: non ho avuto problemi e mai ho rischiato di perdere la traccia. Il Trail delle Colline è veramente una splendida gara, ben studiata e corribile, con un tracciato molto bello caratterizzato da passaggi spettacolari. Oltre ad una partenza larga, funzionale al rispetto della sicurezza e delle normative anti Covid, mi ha colpito soprattutto l’ultima discesa, molto tecnica, in cui chi ha gamba può fare davvero la differenza”.

Chiesa, performance therapist laureato in Scienze Motorie che da anni si è dedicato all’allenamento di atleti del mezzofondo, è un grande appassionato di trail running, oltre che di sci alpinismo, e punta a partecipare anche all’edizione 2021 del TdC, con l’intento di ambire al podio finale: “Quest’anno il calendario è molto fitto e ci sono parecchie gare che si sovrappongono, ma una cosa è certa: mi piacerebbe correre di nuovo il Trail delle Colline perché è proprio un bell’evento e perché sarebbe magnifico entrare in zona medaglia. Quest’anno ho conquistato un ottimo dodicesimo posto alla Mezzalama Skyclimb in coppia con Enzo Mersi, un’icona della corsa in montagna piemontese e non solo, ottenendo anche ottimi piazzamenti al Due Santuari Trail e al Gran Trail Courmayeur; non sarebbe assolutamente male migliorarmi al Trail delle Colline. Quello che auguro agli organizzatori è di sicuro il bel tempo: ad ottobre, il rischio pioggia è dietro l’angolo, ma nelle prime due edizioni c’è sempre stato il sole e spero che la tradizione favorevole venga rispettata”.

In campo femminile, ha ben figurato nel 2020 Stefania Giurleo, decima classificata nel Trail Corto di 15 chilometri, portato a termine con il riscontro cronometrico di 1h57’46”.

La brandizzese, classe 1986, all’esordio in questa gara e diventata mamma per la seconda volta da 7 mesi, si è presentata al via senza grandi aspettative, ma con la voglia di mettersi in gioco vicino a casa: “Il Trail delle Colline è davvero bellissimo! Dalla partenza suggestiva e ottimamente organizzata al fatto di salire direttamente in mezzo ai boschi, mi è piaciuto tutto. Se posso dare qualche consiglio agli organizzatori, un ristoro per bere a metà gara sarebbe perfetto, così come un numero maggiore di navette per scendere giù da Castagneto Po dopo l’arrivo, ma sono consapevole delle difficoltà che chi organizza si trova costretto a dover affrontare, negli ultimi anni dovute anche ai protocolli anti Covid da far rispettare. Quest’anno gareggerò nuovamente nel Trail Corto, portato a 16,5 chilometri, e sono sicura che mi divertirò”.

Conosciuta principalmente per aver giocato a lungo a pallavolo nelle categorie regionali, “Stella” ha iniziato a correre un’estate per tenersi in forma e con il passare degli anni la corsa è diventata per lei una valida alternativa nel fare sport, non riuscendo più a conciliare gli impegni lavorativi con il volley agonistico. Correre la rilassa, ma quando è in gara di certo non si risparmia, come dimostrano gli ottimi secondi posti conquistati nel 2015 nella “Una Corsa da Re” di Venaria Reale e nel 2018 a “La Mandria”, risultato quest’ultimo a cui tiene particolarmente perché era diventata mamma per la prima volta da pochissimo ed è salita sul podio in occasione della premiazione insieme alla sua bimba.

Tra poche settimane la vedremo in azione sui nostri sentieri: il conto alla rovescia per l’edizione 2021 è già partito!

L’abbraccio all’arrivo tra Stefania Giurleo e Valeria Marasco

Si ricorda che per l’edizione 2021 il TdC vedrà l’allestimento di 3 gare competitive (2 trail di, rispettivamente, 30 km con dislivello positivo di 1750 m e 16,5 km con dislivello positivo di 1000 m, oltre ad una corsa uomo-cane sempre di 16,5 km e con dislivello positivo di 1000) e di un’eco‐camminata di 6 km, con dislivello positivo di 300 metri.

Un urlo echeggia e squarcia il silenzio della pandemia

 ‘I can’t breath’ come George Floyd

La Hope Running è solidale a questo urlo di dolore, come sono solidali tanti sportivi e tutte le persone che #restanoumane difronte al non rispetto del diritto alla vita di ogni essere umano, senza essere corrotti dal pregiudizio.

L’ urlo  ‘I can’t breath’ di George Floyd prima di morire, rappresenta la ribellione ai pregiudizio che dividono gli esseri umani tra chi vive e chi muore.

La singolarità dell’urlo ‘‘non posso respirare’‘ è strettamente connessa alla momento storico di pandemia globale in cui viviamo, dove ciò che manca è proprio il respiro quando si è infettati dal Covid-19.

Credevamo che questa pandemia avesse reso tutto il mondo più umano, invece lo scopriamo ancora una volta dis-umano.

Anni di battaglie per l’inclusione polverizzate, annientate, da un virus che non ha cura, il pregiudizio.

Il pregiudizio si insinua nelle menti, di generazione in generazione, diventa normalità di vita ed esclude.

Nel corso della storia il pregiudizio che sia di natura fisica, religiosa, condizione sociale o condizione di disabilità, ha sempre creato ”esclusioni” .

La Hope Running onlus, che fa dell‘inclusione il suo obiettivo principale, non può essere indifferente a questo grido.

Il nostro motto è ”insieme si vince sempre”, oggi dovremmo aggiungere qualcosa altro per essere ancora più espliciti.

”Insieme si vince sempre se ci si mette il cuore, senza odio, senza pregiudizi, insegnando alle nuove generazioni non solo con con le parola ma anche con i gesti.

La Hope Running non è semplicemente correre insieme alle persona con disabilità. E’ correre per donare speranza, è il cuore che batte per ogni essere umano fragile.

La fragilità non ha un colore, non ha un limite, non ha religione, politica e sesso. La fragilità è Umana e la Hope Running, aderendo a questo urlo di dolore, dichiara la sua volontà di restare sempre accanto a chi ” non può respirare”

Questa pandemia ci ha fatto toccare con mano la fragilità di ogni singola persona, non riusciamo più a essere gli stessi, siamo cambiati.

Corriamo” accanto a ogni essere umano che ha un cuore che batte per la speranza di non essere escluso, ma semplicemente amato e protetto dal virus dell’odio e del pregiudizio.

Maddalena Cenvinzo #TeamHope

I ritmi della vita

C’é una grande similitudine tra chi corre negli eventi podistici e gli eventi della vita: il passo ed il ritmo che ognuno tiene. Nelle gare, come nella vita di tutti i giorni, c’é chi Corre e chi Cammina, c’è chi pedala con le braccia e chi con le gambe. Eppure la cosa sorprendente è che non esiste un ritmo giusto, i tempi e le modalità non possono, e non devono, essere gli stessi per tutti.
L’unica cosa importante è sentirsi sulla strada giusta. Avere un proprio ritmo, da unire a quello degli altri.

Ieri a Borgaro abbiamo fatto proprio questo. Eravamo sintonizzati su obiettivi comuni: di solidarietà verso chi lotta quotidianamente con i propri limiti, di reciproco aiuto e di condivisione. Lì, gli uni accanto agli altri, abbiamo dato vita ad una collettività, siamo diventati un’unica forza. Ed è per questo che siamo convinti che #insiemesivincesempre.
La Hope Running ha partecipato al Corri & Cammina con il sorriso più bello e con l’unico scopo di far volare i propri sogni spinti dal vento della speranza. Eravamo liberi ma insieme, uguali nella diversità, proprio come i palloncini colorati lanciati in cielo in memoria di Vincenzo.

Il #teamHope sarà presente a Brandizzo (To) con i suoi work-out gratuiti e handbike-testing

#HopeRunning si colora di arancione!

Domenica 20 ottobre il nostro team sarà a Brandizzo (To) per la 22ma edizione della Sagra della Zucca.

Per tutta la giornata saremo a vostra disposizione per ascoltare le vostre testimonianze, per rispondere a tutte le vostre domande sulla nostra favolosa onlus. Inoltre, sarà possibile effettuare un work-out gratuito di handbike- testing. Tutti, nessuno escluso, potranno provare l’emozione di pedalare con le mani!

Passate a salutarci! Ci trovate in via Torino nei pressi del distributore di benzina.  Aggiungiamo sempre nuovi passi verso un unico traguardo ”Insieme” verso l’inclusione!

Maddalena Cenvinzo
#teamHope

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Hope Running lascia il segno ai 250 anni della Mandria

Entusiasmo e consapevolezza.
Sono queste le parole per descrivere l’evento “Handbike – testing”, organizzato sabato scorso in occasione dei 250 anni della Mandria.

Durante i festeggiamenti, i ragazzi dell’asd Hope Running hanno messo a disposizione un handbike per tutti quelli che desideravano provarla.
Lo scetticismo iniziale è durato poco e ha lasciato spazio alla curiosità e all’entusiasmo. Adulti e bambini, uomini e donne, con o senza disabilità poco importa. Tutti hanno chiesto di effettuare, anche più di una volta, un giro di perlustrazione della Mandria pedalando con le mani. Non solo hanno potuto comprendere che può essere utilizzata anche da persone normodotate, ma la maggior parte di loro ha confermato la facilità di manovra rispetto a come potevano immaginare.
Ancora una volta, questa esperienza ci ha confermato come il confine della discriminazione possa essere superato e si possa ottenere una forma di inclusione sempre più spontanea, ma abbiamo visto anche come la disabilità non sia più vista con pietà o indifferenza.

Sabato scorso, alla Mandria, tutti i partecipanti volevano, ed erano curiosi, di provare le stesse emozioni di chi ha bisogno di ausili. Un modo, per loro, per superare gli schemi mentali della “non conoscenza” ed entrare in empatia con chi vive ogni giorno dei disagi.
Non solo. Il testing ci ha permesso di amplificare le voci dei diretti interessati per trarne preziosi insegnamenti e suggerimenti, per fare informazione e diffondere la conoscenza della handbike. Anche in questo caso, la Hope Running ha raggiunto la sua gratificazione, ottenendo a fine giornata, un feedback più che positivo!
Nella foto Maurizio: anche per lui è stata la prima volta su una handbike. Con entusiasmo, volontà, ma soprattutto con il sorriso ha percorso due chilometri in totale autonomia.