La Hope Running ricomincia dai bambini

Un bambino può insegnare sempre tre cose ad un adulto:

1. A essere contento senza motivo.

2. A essere sempre occupato con qualche cosa.

3. A pretendere con ogni sua forza quello che desidera.

Paulo Coelho

La Hope Running ricomincia dai bambini

I bambini sono dei grandi maestri di vita. Le loro menti sono libere da barriere e da qualunque pregiudizio.

Hope for Hope è un punto di inizio, la speranza corre con lo sguardo dei bambini per donare sempre speranza.

Hope for Hope è una catena che unisce i sogni della Hope ai sogni dei bambini.

La Hope Running ricomincia dai bambini

Che cosa è la speranza per un bambino? Un sole acceso e sorridente, abbracciati con mamma e papà in un mondo pieno di colori e diversità.

Hope for Hope è un progetto che vuole includere tutti nel mondo post pandemia Covid 19.

Un mondo senza più nessuno escluso

Attraverso questo contest di disegno per bambini, vogliamo guardarci dentro e progettare un mondo di attività che includa lo sguardo e lo stupore dei bambini.

La speranza ricomincia da dove ogni cosa ha inizio stare insieme e donare sorrisi e speranze a chi forse ne ha dimenticato il motivo.

Hope for Hope

Insieme si vince sempre!

TeamHope

Un nuovo inizio : Hope for Hope !

Un nuovo inizio : Hope for Hope !

Un nuovo inizio dopo il tempo sospeso della pandemia dovuta al Covid

La Hope Running augura a tutti un buon inizio in questa nuova fase della storia italiana e mondiale, convivere con un microscopico virus : Covid – 19.

Tutti noi ci auguriamo la sconfitta di questo microscopico virus

Noi della Hope Running lo sconfiggiamo al suono di colori, il sorriso dei bambini e la Speranza in un mondo migliore fatto di HopeforHope.

MONTANARO: Lilt e Hope Running unite per l’emergenza alimentare

MONTANARO: Lilt e Hope Running unite per l’emergenza alimentare

A vincere è ancora la solidarietà. Oggi, la delegazione Lilt di Montanaro in collaborazione con l’Hope Running Onlus ha provveduto a consegnare pacchi alimentari all’associazione Avuls che, provvederà alla distribuzione degli stessi qui in paese.


“Uniti ce la faremo” è il commento delle associazioni coinvolte nell’operazione.

Fonte Giornale La Voce

da Diario di Resilienza: Manuela

Riflessioni di Resilienza

In quarantena, in accordo con l’azienda per cui lavoro, decidiamo che per il mio benessere dal 10 marzo per me è meglio restare a casa. Siamo tutti a casa in famiglia! Io, il mio compagno, e i nostri figli. A volte siamo in 6, quasi sempre in 7 e al completo in 8. Il nostro spazioso cortile, gli spazi per ciascuno e la compagnia che si fanno tra loro e i 4 zampe sono una benedizione per noi . Questa quarantena che ha fermato tutta l’Italia ha fermato pure le nostre corse.

Ci siamo presi una “pausa forzata” dalla frenesia quotidiana. Persino il mio cane Alma non scappa più per le vie di Castelrosso!

Bisogna fare la spesa! Ma non si può uscire

Uno solo tra noi può uscire per fare la spesa ma ho paura, preferisco restare a casa! Provo a fare la spesa online nei supermercati ma numerosi sono i tentativi falliti: tutti i portali sono sopraccarichi. Immagino tantissime famiglie nella mia stessa situazione

Mio papà vive da solo a Chivasso! Vorrei poterle abbracciare e stargli vicino. Io non posso andare, lui non può venire. L’ansia cresce. Noi siamo in tanti, chissà se qualcuno di noi è stato in contatto con un “positivo asintomatico”. Non posso rischiare di ammalarmi, sono una mamma, e il mio medico che sa tutto di me mi ha richiesto la reclusione totale. Si resta tutti a casa!

Altri pensieri affollano la mia mente

I miei amici con attività commerciali nel chivassese inizieranno a soffrire questo disastroso guaio economico. Bisogna fare qualcosa anche per loro! Siamo tutti in difficoltà! Abbiamo tutti alcune esigenze vitali in comune!
Pubblico un post su “Cittadini di Chivasso” e parlo di spesa a domicilio: nessuno dovrebbe uscire! Troppo alto il rischio di contagio

La tecnologia e i social network vengono in mio aiuto. Creo subito un gruppo su Facebook. Bisogna unire le forze e devo cercare negozianti che portino la spesa a casa al mio papà e a tutti noi. Il gruppo si chiama #ioRestoaCasaChivasso. In pochissimi giorni siamo già ad 800 membri iscritti e molti negozianti ci danno la disponibilità. Si iscrivono e inseriscono un loro album affinché noi consumatori, velocemente e con semplicità riusciamo a fare l’ordine diretto e a riceverli a casa nostra.

Riesco a fare la spesa, e come me anche tante altre persone! Non serve uscire per andare al supermercato, giusto qualcosina per soddisfare le golosità della prole, faccio ordine online e vado a ritirare.
Ce l’ho fatta! Sto aiutando i negozianti e i cittadini come loro aiutano me, un meraviglioso circolo come la più potente banca al mondo, la “Banca dei Favori” che descrive Paolo Choelo nel “Lo Zahire

Che cos’è la Banca dei Favori?”

“Lo sai sicuramente. Ogni essere umano la conosce”

“E’ possibile. Tuttavia non riesco ancora a capire di che tu stia parlando”

“Era citata in un libro di uno scrittore americano. E’ la banca più potente del mondo. E opera in tutti i campi”.

“Io vengo da un paese senza tradizioni letterarie. Non potrei fare favori a nessuno”.

“Questo non ha importanza. Posso farti un esempio: io so che tu sei un personaggio destinato ad affermarsi, ad avere molta influenza, un giorno. Lo so perché, un tempo, ero come te: ambizioso, indipendente, onesto. Oggi non ho più l’energia di allora, ma intendo aiutarti perché non posso o non voglio sentirmi inerte: il mio sogno non è la pensione, bensì la lotta intrigante rappresentata dalla vita, dal potere, dalla gloria. Così comincio a fare versamenti sul tuo conto – depositi che non sono in denaro, ma in contatti. Ti presento a questa e a quella persona, facilito determinate trattative, purchè siano lecite. Tu sai che mi devi qualcosa, anche se io non chiedo mai niente”.

“E un giorno…”

“Proprio così. Un giorno, ti chiedo qualcosa: tu potrai rifiutarmelo, ma saprai di essermi debitore. Se farai ciò che domando, io continuerò ad aiutarti. Gli altri sapranno che sei una persona leale, effettueranno versamenti sul tuo conto – saranno sempre dei contatti, perchè questo ambiente vive di essi, soltanto di essi. Un giorno, chiederanno anche a te qualcosa, tu ascolterai e ricambierai chi ti ha aiutato. Con il passare del tempo, la tua rete si estenderà nel mondo, conoscerai quelli che avrai bisogno di conoscere, e la tua influenza aumenterà sempre di più.”

“Oppure potrò non fare ciò che mi chiedi…”

“Certo. La Banca dei Favori è un investimento a rischio, come qualsiasi altro. Potrai rifiutarti di farmi il favore che ti chiedo, pensando che ti ho aiutato perché lo meritavi, perché tu sei il migliore, e tutti abbiamo il dovere di riconoscere il tuo talento. Bene, allora io ti ringrazierò e chiederò a qualcun altro, sul conto del quale ho effettuato dei depositi. Ma, da quel momento, senza che ci sia bisogno di dire niente, tutti sapranno che non meriti alcuna fiducia. Potrai crescere ancora, sì, ma non fino al punto che vorresti. A un certo momento, la tua vita comincerà a declinare: sarai arrivato a metà, non alla fine, sarai mezzo contento e mezzo triste – non sarai né un uomo frustrato né un uomo realizzato. Non sarai né freddo né caldo: sarai tiepido, e, come dice un evangelista in uno dei libro sacri, le cose tiepide non colpiscono il palato.”

da “Lo Zahire” di Paolo Choelo

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da Diario di resilienza : Laura

La pandemia ha sottratto all’essere umano il perverso potere della comunicazione attraverso l’immagine.

Mi chiamo Laura, ed in questo periodo di pandemia, mi sono ritrovata a fare delle considerazioni che mi piace condividere con il lettore.

Avvocato Laura Avella

Un’abitudine maniacale si è concretizzata negli ultimi anni, e lo specchio non riflette l’animo, ma solo l’immagine, è passato in secondo piano per fare spazio ai selfie.

L’idea che si percepisce attraverso i social è che non vi è un dialogo che possa sopperire l’immagine.

Quando le immagini vengono raccolte durante la giornata e con facce felici esposte in bella posa …. nulla viene più raccontato, tutto viene immediatamente inviato, senza neppure il tempo di godere quanto si inoltra. Non si può più dire “cogli l’attimo” come un riempirsi di emozioni, ma “cogli e passa al prossimo tuo” tanto perché possa ovviamente invidiare all’istante per quell’istante.

Che cosa si può dire quando si espone in bella mostra ciò che appare gratificante, quando l’essere umano si immortala, non lasciando spazio ad alcuna immaginazione, se non per far rilevare agli occhi altrui l’ultimo ritocco o un artificio tecnico?

Ma l’alterazione della propria immagine non interessa affatto all’autore, perché lo scopo ultimo è tramandare un’identità costruita ad arte perché, possa suscitare interesse, ammirazione e piacere.

La vanità diceva Blaise Pascal <<è così radicata nel cuore dell’uomo, che ciascuno di noi vuole essere ammirato>>

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