da Diario di Resilienza: Luisa

Mi piace paragonare il “Diario di Resilienza” della Hope Running alle novelle del Decameron del Boccaccio.

Proprio come l’autore della famosa opera ha descritto tramite le dieci novelle l’epidemia della peste dilagata a Firenze nel 1348 così, tramite tutti noi, la onlus Hope Running raccoglie le nostre testimonianze di fronte all’epidemia del Covid-19 nell’anno 2020.
La quarantena mi ha dato l’opportunità di “sospendere” la vita, di rallentare gli impegni e di avere più tempo a disposizione per me stessa.

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da Diario di Resilienza : Pasquale

pasquale for hope

Pandemia, Quarantena, contagio, sostantivi che poco hanno a che fare con noi, gente del 2000 inoltrato, roba da libro di storia, da Medio Evo, da pagine Manzoniane, eppure da quando è cominciato questo anno viviamo da reclusi, da stranieri in terra straniera perché questo “invisibile straniero” non l’abbia vinta.
Come naufraghi su un’isola ostile, dobbiamo temere anche chi amiamo per conservare il dono più grande che il Signore ci ha fatto : la salute.
Dopo i primi smarrimenti, ad oltre 30 giorni di reclusione più o meno volontaria, ci siamo tutti organizzati in famiglia, abbiamo, finalmente fatto in casa quei piccoli lavoretti che rimandavamo da sempre, abbiamo imparato di nuovo quei mestieri semplici che erano alla base dell’economia dei nostri nonni: Il mugnaio, con chili e chili di pane da far applaudire i giudici di masterchef; l’idraulico : quell’essere quasi mitologico che quando serve non trovi mai; Il muratore che Leonardo si sarebbe esibito in una standing ovation con applauso a scena aperta; addetti alle pulizie, lavapiatti, contadini, allevatori,il tutto condito da un ritorno dei Social alla loro funzione primaria, quella di avvicinare chi è lontano anche il vicino del palazzo accanto. Come tutti, anche io mi sono trovato in questo mare di dubbio e paura, confinato e con un il futuro, d’un tratto, divenuto il più infido dei nemici.

Ma sono un fortunato, me lo dico spesso, sono un artista e come tale uso il tempo e non mi faccio usare da lui. Ripasso, creo, cerco di riscoprire un mondo che questa frenetica vita, spesso, fa dimenticare: la famiglia.
Voglio passare questo tempo maledicendolo il meno possibile ma sfruttandolo per trarne il maggior vantaggio che può darmi, perché finirà e quando succederà sarà stato tempo guadagnato e non tempo perso.

Pasquale

da Diario di Resilienza: Gertrude

 La vita, ho sempre pensato, che sia un vero banco di prova, dove, dietro ad un cambiamento inaspettato, non voluto, ci mette difronte unicamente a noi stessi e ci permette di trovare il modo di continuare e di farlo in una maniera totalmente nuova e non più legata ad un prima .

Tutto questo non è facile, e lo dico da persona che si è già trovata, su quel banco di prova, così come non lo è facile ora oggi per tutti, in questo periodo, dove questa terribile pandemia, ci ha catapultato tutti in una nuova dimensione, e nello stesso tempo, ci ha messo difronte a noi stessi, alle nostre risorse e alle nostre capacità di rinnovarci nell’affrontare questo inaspettato cambiamento.

Quando penso a quanto ero felice per mio figlio che dopo un lungo tempo aveva finalmente trovato un lavoro, anche se lontano da casa, e nel sapere che sarebbe tornato appena fosse stato libero, mi faceva dimenticare la lontananza, e poi quando penso alla gioia di mia figlia che mi avrebbe reso nonna per la prima volta, con tutti i bei pensieri fatti insieme, per la piccola che doveva nascere, mi faceva dimenticare i momenti più bui della mia vita, ed ecco che all’improvviso tutto svanisce. Continua a leggere

da Diario di Resilienza: Marianna

Eccoci qui al 26^giorno di quarantena per me

Mi è stato chiesto più volte come affronto questi giorni e devo dire che ognuno di essi ha un sentimento nuovo o diverso: dapprima con affanno e terrore per ciò che stava accadendo e per ciò che non eravamo in grado di comprendere o immaginare,  poi pian piano mi sono racchiusa tra le mura domestiche ad osservare con quanta naturalezza e spensieratezza due figli adolescenti possano affrontare momenti di sconforto, noia e solitudine.

Abbiamo tantissimo da imparare dai nostri figli o per lo meno sentimenti quasi svaniti da rispolverare: tra pizze torte e manicaretti abbiamo passato come tutti i primi giorni poi, per fortuna, abbiamo un giardino ed un orto da curare.

Ogni giorno che passa vedo negli occhi che incontro tanta, troppa paura per ciò che sarà: chi ha uno stipendio fisso e’ pressoché non curante di ciò che succede ma chi ha abbassato la serranda e non sa se potrà rialzarla e risollevarsi da tutto ciò, è devastato.

Tutto ciò  mi dà un senso di profonda tristezza. Queste giornate piene di sole devono regalarci pensieri positivi nella speranza che si possa ripartire al più presto, me lo auguro e lo auguro a tutti noi.

Marianna

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